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Bruciare i rifiuti non è la soluzione
- di Roberto Sirtori - 10 agosto 2010
La concreta possibilità di avere nella nostra provincia ben quattro impianti per la “dissociazione molecolare” (una tra le tecniche di incenerimento dei rifiuti) sta provocando molte e giustificate reazioni.
I rifiuti solidi urbani prodotti dalle famiglie, gli Rsu, dovrebbero essere gestiti a livello interprovinciale tra Pisa, Livorno, Lucca e Massa. Un recente accordo tra Comuni e Province è dovuto partire dalla constatazione che si producono troppi rifiuti, che la raccolta differenziata è ferma a livelli insufficienti, che mancano impianti di selezione per separare quanto è recuperabile da quanto si deve smaltire.
Non esiste ancora un piano interprovinciale, né esiste un piano per i rifiuti prodotti da industria e distribuzione, rifiuti speciali, per i quali non c’è l’obbligo di smaltimento nei territori di produzione. Nel complesso siamo di fronte a una carenza di pianificazione che lascia lo spazio a scelte rivolte essenzialmente al profitto: se la stessa società deve gestire la raccolta differenziata, che considera un costo, e l’incenerimento, che è un profitto, perché dovrebbe privilegiare la differenziata?
In questo quadro si ignorano le azioni virtuose di ridurre le quantità e riciclare il più possibile. In questo stesso quadro si comincia dal fondo del problema, lo smaltimento, indorando la pillola con nomi rassicuranti e suggestivi come “dissociatore molecolare”. Il dissociatore è un impianto in cui i rifiuti vengono bruciati e un possibile minor impatto inquinante rispetto a malandati inceneritori, come quello di Ospedaletto, è vanificato quando si vogliono introdurre rifiuti speciali non selezionati di ogni specie: quando non si sa cosa entra, è impossibile sapere cosa esce dal camino ed è in agguato ogni possibile inquinamento. È quanto previsto nell’impianto a Gello di Pontedera, il più grande, da 120.000 tonnellate all’anno.
La soluzione del problema rifiuti parte dalla partecipazione dei cittadini in percorsi condivisi che si impegnano sulle azioni a monte dello smaltimento. Non è utopia, si può fare: in Italia ci sono Comuni che questa strada l’hanno intrapresa e i risultati non mancano.
Perché a Pisa no?
Esperto in gestione e riduzione di materiali post consumo tramite raccolta differenziata di prossimità e altre strategie. Economista ambientale autodidatta, geometra ormai solo a tempo perso.
Ha evitato la costruzione del quarto inceneritore di Ravenna, con non più di altri venti concittadini e qualche articolo di giornale locale che ha pubblicato nero su bianco chi avrebbe pagato l’opera.
Organizzatore di happening in pubblico (Piazza Farnese 24 settembre 2006), relatore in convegni, conferenze – anche se si diverte molto di più a parlare nelle scuole.
Ha già realizzato progetti di gestione per Pubbliche amministrazioni, ed è in attesa della loro applicazione.
Ha un sito personale (www.buonsenso.info) con l’obiettivo di mettere in relazione la rete di contatti, collaborazioni e buone pratiche attive in tutto il Paese nella lotta agli sprechi.
Da sempre apartitico, da un paio di anni vive a nord di Roma in una casa infestata di gechi, insieme ad Adriana e un gatto norvegese.
Per altre informazioni:
http://www.buonsenso.info
Il trattamento meccanico-biologico (TMB) è una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati (e/o avanzati dalla raccolta differenziata) che sfrutta l'abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali la digestione anaerobica e il compostaggio. Appositi macchinari separano la frazione umida (l'organico da bioessicare) dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti ecc.); quest'ultima frazione può essere in parte riciclata oppure usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR) rimuovendo i materiali incombustibili.
Per approfondire:
http://it.wikipedia.org/wiki/Trattamento_meccanico_biologico
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/gestione-rifiuti-a-freddo.pdf
http://www.youtube.com/watch?v=o8De1Qt_wGU
La tecnologia THOR è basata su un trattamento di tipo meccanico del tutto simile a quello che viene effettuato in un impianto tradizionale di produzione CDR a valle del quale viene inserito un particolare mulino ("reattore meccano-chimico") che opera la "raffinazione" della frazione inferiore a 20 mm, per ottenere un CDR di qualità a granulometria molto fine.
Per approfondire:
http://www.novambiente.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1405:tecnologia-thor&catid=55:rifiuti&Itemid=227
http://www.opendrive.com/files/18058248_H1ire_2656/THOR.pdf
L'azienda Novamont di Novara produce materiale termoplastico biodegradabile (detto Mater-Bi), a partire dall' amido di mais, grano e patata, prodotti nello stabilimento di Terni. Il Mater Bi trova applicazioni per esempio nella fabbricazione di cotton fioc biodegradabili, nella produzione di imballaggio e di buste di bioplastica, in sostituzione dei tradizionali sacchetti in polietilene. Grazie a ciò è stata insignita di numerosi riconoscimenti internazionali come ad esempio il Premio Inventore dell'Anno 2007.
Per approfondire:
http://www.novamont.com
http://www.borsarifiuti.com/detailNews.phpsc?doc=%2FGARWER%2FDOCS%2FnewsIT%2FC02-9EC-49F&back=%2FdetailNews.phpsc
La Revet è un'azienda di Pontedera (PI) specializzata nella raccolta differenziata di vetro, plastica, lattine, e nella lavorazione finalizzata al loro riciclo.
Per approfondire:
http://www.revet.com
http://greenreport.it/_archivio/index.php?page=default&id=9078
Per approfondire, si legga qui:
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/rifiuti
La Società Centro Riciclo Vedelago srl gestisce dal 1999 un impianto di stoccaggio e selezione meccanica di rifiuti ai fini del recupero di materiali.
L'attività consiste nel ricevere le frazioni secche riciclabili dei rifiuti urbani e assimilati, selezionare i materiali in base alla composizione merceologica, compiere le operazioni necessarie per la riduzione volumetrica, gestire la fase di destinazione in uscita delle singole tipologie di materiali che, in relazione alla possibilità di riutilizzo, vengono consegnati a impianti di seconda lavorazione o a specifiche aziende che impiegano i materiali nei loro cicli produttivi.
* Input: Conferiscono presso il Centro i Comuni, i Consorzi di Comuni e le Aziende produttive che attuano la raccolta differenziata. I conferimenti in ingresso al Centro vengono autorizzati solo in presenza di sicura possibilità di riutilizzo dei materiali selezionabili.
* Output: Per la consegna dei materiali in uscita, invece, il Centro è piattaforma convenzionata dei seguenti Consorzi Nazionali di filiera: CO.RE.PLA. per la plastica, C.N.A. per l'acciaio e i ferrosi, C.I.AL. per l'alluminio, CO.RE.VE. per il vetro, COMIECO per la carta e RILEGNO per il legno. Per la consegna dei materiali selezionati di provenienza industriale il Centro ricerca nel mercato le destinazioni più idonee e remunerative.
(Sito: http://www.centroriciclo.com)
Per maggiori dettagli:
http://noinceneritore.blog.kataweb.it
Per maggiori informazioni:
http://nonbruciamocipisa.blog.kataweb.it
Il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera (CGCRV) nasce nel maggio 2010 per unire e coordinare gli sforzi di comitati ed associazioni nell'ambito della gestione dei rifiuti, collaborando e facendo pressione verso le istituzioni. Parte del Tavolo Tecnico del Comune di Pontedera, scopo del CGCRV è arrivare ad una gestione del ciclo dei rifiuti che tenda a ridurre, riusare, riciclare e riprogettare, evitando il ricorso all'incenerimento e sfruttando soluzioni impiantistiche a freddo.
(Sito: http://www.cgcrvaldera.it)
Per maggiori dettagli, si legga qui:
http://www.comune.capannori.lu.it/node/7883
Per approfondire, ecco una video-presentazione del lavoro svolto dal Centro a cura di Rossano Ercolini, responsabile del progetto di ricerca:
http://www.youtube.com/?v=bt2_l_aaRKo
Il primo lavoro del Centro sulle capsule da caffè "usa e getta" Lavazza:
http://rifiutizerotrapani.blogspot.com/2011/02/capsule-da-caffe-usa-e-getta-la-lettera.html
http://bit.ly/studio-lavazza (pdf)