da Edoardo Belotti mancano 12 mesi
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Per staccarsi dal mercato, i cui prezzi erano diventati sempre più inaccessibili, nacque un modello di micro-governo autosufficiente, la Villa
I proprietari avevano però bisogno di manodopera, che trovavano nei cosiddetti "Coloni", ovvero lavoratori itineranti che cercavano riparo, vitto e alloggio in cambio del proprio tempo
Era a tutti gli effetti una città in miniatura, dove abitavano meno di 50 persone, costituita da un edificio principale (la villa), un campo dove coltivare, un mulino dove fare il grano e un pascolo per il bestiame
La maggior parte delle spese statali andavano nel finanziamento delle legioni stanziate ai confini; il limes si estendeva dal mare del Nord al Mar nero, e le uniche barriere fisiche difendibili erano il Danubio ed il Reno
A nord del Danubio, nella provincia della Dacia, i Goti minacciavano continuamenti gli abitanti romani, spesso vittime di incursioni notturne
A oriente la situazione era ancora più grave, i Parti erano militarizzati e pronti ogni momento a dichiarare guerra a Roma
Già negli ultimi anni della repubblica romana i Parti erano diventati un problema costante per i Romani
L'unico in grado di sconfiggerli e renderli innocui per lungo tempo era stato Traiano, che aveva conquistato l'Armenia, difficilmente difendibile e abbandonata pochi anni dopo dal successore Adriano
La situazione si aggravò nel III secolo, quando la dinastia dei Sasanidi prese potere, portando avanti una politica espansiva nei confronti dei romani
Shapur I, salito al potere nel 241, fu fautore di una delle più pesanti disfatte romane, la sconfitta di Misiche nel 244 d.C., dove venne ucciso l'imperatore Gordiano III e il suo successore, Filippo l'Arabo, venne costretto a inginocchiarsi al Re dei parti
Il trattato di pace era disastroso, obbligava Roma a pagare ingenti somme di denaro ogni anno per mantenere la pace
A nord del Reno premevano i Franchi, i Suebi e gli Alamanni, che spesso attraversavano i fiumi saccheggiando le città romane
Svalutazione della moneta
Nell'arco di 200 anni la moneta si era svalutata in maniera esponenziale, soprattutto negli ultimi decenni del II secolo, portando a una situazione precaria nel III secolo
Per far fronte alle spese sempre più in salita, l'erario decise di ridurre le quantità di metalli preziosi dalle monete, per produrne quantità maggiori
cittadini ed economisti persero totalmente fiducia nella moneta romana, tornando in alcuni casi al baratto
Differenze sempre più vaste tra i ceti sociali, con moltissimi "Benestanti" che divennero poveri nell'arco di mesi, e ricchi che divennero ancora più potenti nello stesso frangente
Ciò, tuttavia, non produsse che una fortissima inflazione, con prezzi che arrivarono a quintuplicarsi in meno di 10 anni
Questo peggiorò ulteriormente la situazione in cui versava il settore agricolo, e colpì duramente il settore commerciale
Divenne difficilissimo commerciare, con un sempre più alto numero di predoni fuori controllo, e l'inflazione rampante non fece che peggiorare ulteriormente la situazione
Crisi agricola
Il settore agricolo, all'inizio del III secolo, appariva in condizioni disperate, che peggioravano di giorno in giorno
Nei decenni era diventato ingestibile il prelievo fiscale sulle terre coltivabili, afflitte da ben DUE imposte dirette
Il forte calo demografico degli ultimi decenni, causato dalle numerose guerre, carestie e epidemie, aveva privato di manodopera i campi
Inoltre, avendo Roma cessato le guerre di espansione, non arrivavano più quantità sufficienti di schiavi, peggiorando ulteriormente la situazione
Le numerose legioni si trovavano costrette a devastare i campi nella ricerca di cibo