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jonka Silvia Bonizzoli 4 vuotta sitten

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LA ROMANIZZAZIONE DI BRIXIA

LA ROMANIZZAZIONE DI BRIXIA

Anche l’identità della plebe fu, dunque, in egual modo contaminata dalla cultura dei conquistatori.

LA ROMANIZZAZIONE DI BRIXIA

La romanizzazione di Brixia attraverso la documentazione archeologica.

L’influenza della cultura romana sulla vita quotidiana e famigliare.
L'epigrafe di Flero(BS), rinvenuta su un cippo funerario romano, testimonia la profondità di sentimenti e di affetto paterni nei confronti del figlio Lucio Cornelio Secondo da parte del padre, e ci fornisce informazioni relative all'appartenenza sociale della famiglia, attraverso l'analisi del nome organizzato secondo i tre elementi distintivi di ogni cittadino romano (prenome, gentilizio, cognome).
Nel corredo funerario di vicolo San Zenone (fine II sec a.C.), conservato presso il Museo S. Giulia di Brescia, a fianco di alcune fibule galliche, si affiancano coppe a vernice nera di tradizione romana.
Il corredo funerario di via Zima (I sec. a.C.-III sec. d.C. ), conservato presso il Museo S.Giulia di Brescia, testimonia la presenza di materiali differenti: fibule celtiche, lucerne romane tardorepubblicane e interessanti vasi di tipo ellenistico-italico.
La romanizzazione del culto.
Il santuario repubblicano di Brescia sorto sui resti di un più antico edificio di culto di origine cenomane.
Diverse divinità locali furono sottoposte a forme di interpretatio romana, cioè furono integrate nel Pantheon romano e il nome fu semplicemente latinizzato (es. dio Bergimus; il cui nome è stato rinvenuto su una coppa di vetro ora costudita nel parco Archeologico di Brescia e le Matronae-Iunones, divinità di origine celtica o germanica.
La centuriazione delle campagne e l’istituzione delle nuove vie di comunicazione.
Il Vicus, piccolo complesso che svolgeva funzioni amministrative, agricolo-manifatturiere. Alcuni esempi di toponomastica locale che indicano la presenza di vici(es. Vicus Minvervus, Manerbio,BS e Balneolum, Bagnolo Mella,BS)
La via Postumia e la centuriazione agraria romana nel territorio di Flero attraverso la visione di alcune cartine (carta con i resti della centuriazione romana del territorio di Flero; carta di distribuzione dei ritrovamenti di età romana).
La trasformazione della città: dalle peculiarità dell’abitato cenomane all’impianto urbanistico di Brixia tra il II e I sec a.C.
Le domus: le testimonianze più antiche, risalenti al periodo della romanizzazione di Brixia, cioè alla metà del I sec a.C., indicano una precoce adesione della città al modello romano del tipo di abitazione detta "ad astrio" (le stanze erano poste attorno ad un ambiente scoperto dove era possibile trovare una vasca utile a raccogliere le acque piovane dalle falde del tetto).

Le tappe della romanizzazione di Brixia.

Nel 194 a.C. i Cenomani diventano alleati (Socii Foederati) di Roma.
Nel 89 a.C. la città diventa una colonia latina con il nome di Brixia.

Nel 49 a.C. con una legge voluta da Giulio Cesare, tutti gli abitanti della Gallia Transpadana divengono cives romani, ossia iniziano a godere degli stessi diritti dei cittadini romani.

Nel 8 a.C. Brixia ottiene il titolo di Colonia Civica Augusta.

La popolazione preromana dei Galli Cenomani.

La presenza di numerosi nuclei tombali, di consistenza umile, conferma una modalità di insediamento in piccoli nuclei, distribuiti nelle vicinanze di corsi d'acqua o di vie di comunicazione.
I ritrovamenti archeologici relativi alla presenza di gruppi celtici nella Lombardia Orientale sono determinati da piccole necropoli o tombe isolate, mentre sono più limitati elementi che rimandano a insediamenti e luoghi di culto.
Tra i ritrovamenti più affascinanti vi sono i corredi funebri riguardanti le sepolture dei guerrieri, presenti sul territorio fino alla scomparsa dell'usanza di inserire armi nelle tombe nei momenti della piena romanizzazione.

La tomba del guerriero di Flero (MUSEO CIVICO DI MANERBIO), risalente alla seconda metà del III sec a.C. e attualmente costudita presso il Museo Civico di Manerbio è un esempio di questo tipo di ritrovamenti.

La tribù dei Galli cenomani era giunta in Italia nel VI secolo a.C. ed aveva occupato il territorio compreso tra l'Adige e l'Oglio.

Le cause della romanizzazione dell'Impero romano.

Altrettando determinante fu dall’uso che l'uso che Roma fece del diritto alla cittadinanza romana.
Roma non utilizzò mai questo dispositivo giuridico per contrapporre il popolo romano agli altri popoli sottomessi, ma, piuttosto, distribuì il diritto alla cittadinanza romana, tra i cittadini dell’impero, con l’obiettivo di evidenziare lo status sociale del singolo soggetto all’interno della comunità di appartenenza e, di conseguenza, per normare la tipologia di relazioni che esso poteva intessere con i propri conterranei e con i romani.
La costituzione di colonie, in territori lontani da Roma, abitate da coloni d’origine romana, contribuì ad intensificare i rapporti diretti tra i romani e i cittadini locali, favorendo il processo di romanizzazione dell’impero.
Un’altra causa della capillare diffusione della cultura romana tra le popolazioni che vivevano all’interno della cornice dell’Impero è da imputare all’enorme numero di soldati che l’esercitò di Roma reclutò in territori dove l’influenza romana era, almeno inizialmente, scarsa.
Aderire agli usi e ai costumi romani, per le élite locali, significava mantenere la propria ricchezza e il proprio status sociale.
Le città, grazie all’impulso dei ceti dirigenti, conobbero un’urbanizzazione tipicamente romana.