Ascesa di Silla
e declino di Mario
Mario fugge e Silla parte per l'Oriente
Vittoria di silla a Porta Collina
nei pressi di Roma (82 a.c.).
Vinto Mitridate, Silla si affretta
a rientrare a Roma per scatenare
una guerra civile contro i mariani
cui si aggiungono anche gli Italici.
Pace di Dardano: Mitridate deve ritirarsi dai territori occupati (85a.c.)
Durante la sua assenza,
Mario, rientrato a Roma,
è eletto console, ma muore.
Silla, pronto a salpare per l'Oriente,
viene informato della revoca. Decide
allora di marciare su Roma. (88a.c.)
Il Senato affida a Silla il comando
della guerra. I populares scelgono Mario.
Mitridate, re del Ponto, invade,
per fini espansionistici in Asia Minore,
la provincia d'Asia; fa trucidare cittadini
romani ed italici residenti in Asia; penetra
in Grecia (88 a.c.).
Guerra civile tra Mario e Silla
(88-82a.c.)
Guerra sociale (91-88a.c.)
Lucio Cornelio Silla vince i ribelli più riottosi con le armi.
La guerra è dura: Roma subisce gravi perdite.
Per questo si sceglie la diplomazia: si concede la cittadinanza ai socii che non si erano ribellati e si promette di estenderla a chi avrebbe cessato le ostilità entro 60 giorni.
Gli Italici, avendo combattuto a lungo per i Romani, usano le medesime armi e tecniche; pertanto non è facile sconfiggerli
Il Senato per l'urgenza richiama
a Roma Mario che viene affiancato da Silla.
Il tribuno M. Livio Druso
propone la cittadinanza romana
per tutti gli Italici (91a.c.).
Le reazioni sono violente:
Druso è assassinato, gli Italici
insorgono contro Roma.
Il tribuno della plebe Saturnino
propone di dare 100 iugeri di terra
ai veterani di Mario.
I populares si ribellano e Mario è
investito dal Senato del compito di domare
la rivolta. Mario è costretto dunque a prende-
re le armi contro i suoi stessi sostenitori.
Considerato un traditore, parte per l'Oriente
a capo di un'ambasceria.
Sono contrari senatori e populares,
cavalieri e plebe. Tra i soldati c'erano
molti Italici che avrebbero beneficiato
della distribuzione della terra a discapito
dei Romani.