por paola zambrini hace 5 años
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ALIMENTAZIONE MOVIMENTO E SALUTE
Il rapporto tra salute, forma fisica ed alimentazione è essenziale per il mantenimento ed il miglioramento della qualità della vita. Tutti gli esseri viventi hanno la necessità di assumere dal mondo esterno sostanze in grado di assicurare il mantenimento delle loro funzioni vitali. Ogni azione, sia statica che dinamica, comporta un certo dispendio energetico, anche respirare, stare fermi e dormire. Un regolare rifornimento energetico, introdotto dall’esterno con l’alimentazione, è quindi indispensabile per ricaricare l’organismo.
Alimentarsi quindi è un bisogno primario per la sopravvivenza ed alimentarsi in modo sano ed equilibrato è un presupposto fondamentale per mantenersi in forma.
IL METABOLISMO BASALE
Anche in stato di assoluto riposo l’individuo consuma energia. Questa energia è richiesta dalle funzioni fondamentali per la sopravvivenza dell’organismo, tra cui la respirazione, la termoregolazione, le funzioni cardiovascolari, renali, ecc. Ogni soggetto ha un suo metabolismo basale, che può essere più o meno accellerato. Gli individui con un metabolismo basale accellerato bruceranno più calorie di un soggetto con un metabolismo più lento.
La quantità di calorie impiegate in condizioni minimali di lavoro, necessaria per mantenere le attività fondamentali dell’organismo nell’arco delle 24 ore è chiamata metabolismo basale
LA CALORIA
La caloria è un’unità di misura che si usa per esprimere il valore energetico degli alimenti.
Una caloria è la quantità di calore necessaria ad innalzare di un grado la temperatura di un grammo di acqua ( da 14.5° a 15.5°)
IL FABBISOGNO ENERGETICO
L’energia utilizzata dall’uomo per vivere è fornita dagli alimenti e dall’ossigeno introdotto attraverso la respirazione. Gli alimenti hanno un diverso potere calorico, a seconda del contenuto di protidi, glucidi e lipidi in essi contenuti.
Facendo ossidare (cioè “bruciare”) gli alimenti si genera calore, che possiamo misurare:
se bruciamo 1 grammo di lipidi si sviluppano 9.3 kcalorie
se bruciamo 1 grammo di glucidi si sviluppano 4.1 kcalorie
se bruciamo 1 grammo di protidi si sviluppano 4.1 kcalorie
Per il calcolo del fabbisogno energetico bisogna considerare, oltre al metabolismo basale anche un altro fattore, la quantità di energia in più rispetto al metabolismo basale necessaria all’organismo per produrre un qualsiasi lavoro (che è correlato principalmente con i muscoli volontari).
La somma del metabolismo basale con il consumo energetico dovuto alle attività svolte si chiama metabolismo totale
Il consumo energetico oscilla notevolmente a seconda delle attività che si svolgono: per esempio lavoro sedentario o dinamico, andare a scuola a piedi o in bicicletta, praticare un’attività sportiva piuttosto che un’altra.
Il nostro fabbisogno energetico, quindi il nostro bisogno di cibo, dipende dallo stile di vita
SPORT E DISPENDIO ENERGETICO
Una dieta ottimale deve fornire i componenti necessari per soddisfare il fabbisogno energetico. Deve cioè bilanciare il rapporto tra energia spesa durante le attività ed energia assunta attraverso gli alimenti. Naturalmente le diverse discipline sportive presentano una grande varietà in termini di dispendio energetico. In una situazione di deficit calorico, il soggetto si trova in una situazione di minor rendimento sia fisico che mentale, pertanto subisce un calo di peso. (calo ponderale) Nel calo ponderale, oltre ad essere intaccata la massa grassa, vi è ance una perdita nella struttura proteica muscolare. Da qui l’importanza di alimentare l’organismo in modo da mantenere livelli ottimali di sostanze nutrienti.
SPORT DI RESISTENZA
In tutte le discipline sportive di resistenza il principale combustibile è rappresentato dai lipidi o grassi, e in misura minore dagli zuccheri.
SPORT DI FORZA
Gli sport di forza impegnano soprattutto il tessuto muscolare. L’alimentazione in queste discipline deve fornire un elevato apporto proteico.
L’ATP E LA SUA FORMAZIONE
L’ATP
La muscolatura, con il suo lavoro di contrazione e rilasciamento, produce il movimento; per fare ciò ha bisogno di energia, che ricava dagli alimenti (grazie alla demolizione di macronutrienti, cioè glucidi, protidi e lipidi contenuti nei cibi). Il risultato finale delle varie trasformazioni alimentari è rappresentato da molecole di ATP (adenosintrifosfato). L’ATP permette il funzionamento dei muscoli perché nelle sue molecole son contenuti legami chimici altamente energetici, la cui rottura libera elevate quantità di energia. E’ necessario quindi il continuo ripristino dell’ ATP. I meccanismi di risintesi dell’ATP sono tre:
MECCANISMO ANAEROBICO ALATTACIDO:
MECCANISMO ANAEROBICO LATTACIDO
MECCANISMO AEROBICO
IL RISCALDAMENTO MOTORIO (O MUSCOLARE)
E’ molto importante eseguire un buon riscaldamento, prima dell'attività sportiva. Il termine riscaldamento deriva proprio dal reale aumento di temperatura corporea che gli esercizi comportano, esercizi che mirano a preparare i muscoli a contrazioni e distensioni improvvise ed intense ed il cuore a pulsare più velocemente ed intensamente per apportare a questi ultimi maggiore sangue ed ossigeno. Il riscaldamento consiste nell’esecuzione blanda e tranquilla di movimenti preparatori, che gradualmente aumentano di intensità e velocità, permettendo al corpo di abituarsi alle richieste. la sua durata non dovrebbe essere inferiore ai 15 minuti. Durante il riscaldamento infatti, l'organismo si prepara per quello che avverrà in allenamento o in gara, richiamando sangue
nei muscoli, lubrificando le articolazioni e rendendo più elastici muscoli e tendini. Il riscaldamento consente inoltre al cuore di adattare ed incrementare la sua frequenza (il numero dei battiti al minuto) in maniera graduale, sino a raggiungere quello che sarà il ritmo cardiaco in allenamento.
Anche dal punto di vista neurologico accade qualcosa di importante: l’impulso nervoso si trasmette più velocemente ed il tempo di latenza (tempo che intercorre fra l’applicazione dello stimolo e la risposta del sistema muscolare) si abbrevia. Un corretto riscaldamento serve a prevenire i traumi ( strappi, stiramenti, distorsioni ecc. ) e a migliorare la prestazione.
Dopo aver effettuato un riscaldamento generale si prosegue con un riscaldamento specifico, che interessi in modo particolare le aree muscolari ed articolari utilizzate nella disciplina praticata. I vantaggi del riscaldamento sono legati soprattutto all’innalzamento della temperatura corporea (circa 1-2 gradi: ecco perchè si chiama riscaldamento)
COME SI EFFETTUA
Sia che venga effettuato prima di un allenamento o di una gara, si articola in due fasi:
- Riscaldamento generale: comprende vari esercizi, normalmente a carico naturale, (cioè con il solo utilizzo del proprio corpo, senza pesi aggiunti) tendenti a preparare tutto l’organismo, ed in particolare l’apparato locomotore, all’allenamento o alla gara. Solitamente si inizia con la corsa a ritmo blando ( almeno 2 minuti, alla quale si abbinano movimenti di slancio e di spinta degli arti sui diversi piani spaziali, (le andature), brevi scatti. Da fermo si possono eseguire gli stessi movimenti effettuati in movimento aggiungendo anche flessioni e circonduzioni del busto. A riscaldamento avvenuto è sempre opportuno inserire alcuni esercizi di allungamento muscolare, (stretching), meglio se svolti in forma dinamica ( con molleggi e slanci).
Specialmente prima della gara, in questa fase inizia anche la ricerca della concentrazione.
- Riscaldamento specifico: segue quello generale e consiste nella imitazione dell’esercizio o del gesto da eseguire, effettuati con intensità progressiva e senza creare affaticamento. Quindi un richiamo alle coordinazioni, alla tecnica dei movimenti che si andranno ad eseguire subito dopo. Nella fase di riscaldamento specifico si ricerca anche il rilassamento generale e la calma. Il riscaldamento prima della gara è fondamentale, perchè influisce anche sugli aspetti psicologici. Infatti è un primo momento di concentrazione sui gesti e sulle situazioni di gara ed un mezzo di controllo dell’ansia preagonistica.
Il doping, dopaggio, consiste nell'uso di una sostanza o di una pratica medica a scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell'efficienza psico-fisica durante una prestazione sportiva, sia agonistica sia non agonistica, da parte di un atleta. II ricorso al doping avviene spesso in vista o in occasione di una competizione agonistica ed è un'infrazione sia dell'etica dello sport, sia dei regolamenti dei Comitati olimpici sia della legislazione penale italiana, inoltre espone ad effetti nocivi alla salute, anche mortali.
La storia del doping inizia nell'antichità, all'epoca delle prime Olimpiadi nella Grecia classica. Le sostanze utilizzate per il doping sono varie e legate allo sviluppo della sintesi chimica, della farmacologia e della scienza medica. Esse permettono di aumentare la massa e la forza muscolare oppure l'apporto di ossigeno ai tessuti oppure di ridurre la percezione del dolore o di variare il peso corporeo, infine possono anche consentire all'atleta che ne fa uso di risultare negativo ai controlli anti-doping.
La lotta contro il doping degli atleti di alto livello iniziò con la morte del ciclista danese Knud Enemark Jensen durante le Olimpiadi di Roma del 1960. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e alcune Federazioni sportive internazionali e nazionali nominarono una task force medica per studiare delle strategie di contrasto al doping. I primi risultati si ebbero solo dopo la scoperta di un altro corridore (Ben Johnson) dopato nell'Olimpiade di Seoul del 1988 e con la fine della guerra fredda nel 1989, quando le autorità politiche mondiali crearono il WADA (World Anti-Doping Agency), l'agenzia internazionale che varò il Codice mondiale anti-doping, in seguito accettato dalle federazioni sportive nazionali
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A quali campionati ho partecipato?
Quali sono stati i miei risultati?
Quali sono state le mie emozioni?
Mi piacerebbe partecipare anche in futuro e se si perchè.
In cosa consiste l’aspetto tecnico?
1. L'aspetto tecnico riguarda i movimenti che si fanno in una determinata disciplina sportiva.Le tecniche infatti sono i movimenti fondamentali che caratterizzano uno sport e che risultano più efficaci . (ad esempio il bagher nella pallavolo, lo stop di petto nel calcio, ecc.)
2. Per essere bravi sotto questo aspetto occorre avere un buono sviluppo delle capacità motorie, specialmente di quelle coordinative.
3. Per migliorare nelle tecniche occorre ripetere più volte i gesti tipici di un determinato sport, in modo corretto.
In cosa consiste l’aspetto tattico?
1. L’aspetto tattico riguarda le decisioni che si prendono sia prima che durante lo svolgimento di uno sport. Le tattiche infatti sono strategie che permettono di raggiungere più agevolmente lo scopo del gioco. Ad esempio mentre sto giocando a basket devo decidere se passare la palla, o tirare, oppure se non ho la palla dove devo muovermi nel campo.
2. Per essere bravi sotto questo aspetto occorre avere intelligenza, veloce capacità di analisi della situazione e velocità nel prendere le decisioni
3. Per migliorare sotto questo aspetto occorre fare tante esperienze di situazione di gioco
In cosa consiste l’aspetto regolativo?
1. L’aspetto regolativo riguarda l’insieme delle norme che stabiliscono cosa si può fare e cosa non si può fare in un determinato sport.
2. Per essere bravi sotto questo aspetto occorre avere la conoscenza delle regole e l’onestà per volerle applicare
3. Per migliorare sotto questo aspetto occorre fare tante esperienze di confronto sportivo in ambiente corretto
LE REGOLE NEI GIOCHI DI MOVIMENTO E NEGLI SPORT
Le regole sono le norme, le indicazioni che stabiliscono che cosa si può fare o non si può fare in un determinato gioco o sport.
Hanno diverse funzioni, la prima è quella di rendere il gioco più sicuro, escudendo la possibilità di compiere azioni che possano essere dannose per se stessi e per gli altri. Un altro scopo delle regole è quello di permettere il confronto, perché solo attenendosi alle stesse regole una persona o una squadra può dire di essere stata migliore di un'altra.
Per essere bravi giocatori sotto l’aspetto regolativo bisogna:
attivarsi per conoscere le regole ( informarsi, capirle, memorizzarle;
avere la volontà di rispettare le regole anche se non controllati (onestà, coscienza, fair play),
essere consapevoli del proprio comportamento (responsabilità)
LO SPORT
Lo sport, se praticato lealmente, è riconosciuto quale attività socioculturale che arricchisce la società e aumenta l’amicizia tra le nazioni. Lo sport viene anche riconosciuto quale attività che, praticata nel modo giusto, offre l’opportunità di conoscere se stessi, esprimersi e raggiungere soddisfazioni; di ottenere successi personali, acquisire capacità tecniche e dimostrare abilità; di interagire socialmente, divertirsi, raggiungere un buono stato di salute. Con la sua vasta gamma di società sportive e di operatori volontari, lo sport é occasione di partecipazione e di assunzione di responsabilità. Inoltre, un coinvolgimento consapevole in alcuni sport può contribuire a promuovere la sensibilità nei riguardi dell’ambiente.
Essere sportivo è uno “stile di vita”, che mette in atto chi conosce se stesso, rispetta le regole del vivere civile, e contemporaneamente tende a migliorarsi e a migliorare il contesto in cui vive.
Purtroppo però abbiamo anche esempi di atteggiamenti negativi legati allo sport : la violenza negli stadi, il doping, il mancato rispetto di regole e avversari. Per risolvere questo problema, possiamo tutti fare qualcosa: riflettere su una verità: è solo la stima per l'avversario e il rispetto delle regole che aggiunge valore alla vittoria e rende più accettabile la sconfitta! Denunciamo ed evitiamo quindi tutte le occasioni in cui lo sport sconfina in violenza, in cui si stravolgono le regole,i n cui non si rispettano gli avversari.
IL FAIR PLAY (GIOCO LEALE)
• Fair play significa molto di più che giocare nel rispetto delle regole. Esso incorpora i concetti di amicizia , di rispetto degli altri e di spirito sportivo. Il fair play é un modo di pensare, non solo un modo di comportarsi. Esso comprende la lotta contro l’imbroglio, contro le astuzie al limite della regola, la lotta al doping, alla violenza (sia fisica che verbale), allo sfruttamento, alla diseguaglianza delle opportunità, alla commercializzazione eccessiva e alla corruzione.
La Carta del Fair Play, varata nel 1975 dal C.I.F.P. (Comitato Internazionale Fair Play), è un decalogo internazionale dei nobili principi a cui dovrebbe ispirarsi chiunque si accosti a qualunque titolo allo Sport, quello con la esse maiuscola.
CARTA DEL FAIR PLAY
Qualunque sia il ruolo nello sport, anche quello di spettatore, mi impegno a:
Fare di ogni incontro sportivo, importa poco la posta in palio e la rilevanza dell'avvenimento, un momento privilegiato, una sorta di festa.
Conformarmi alle regole ed allo spirito dello sport praticato.
Rispettare i miei avversari come me stesso.
Accettare le decisioni degli arbitri e dei giudici sportivi, sapendo che come me, hanno diritto all'errore, ma fanno di tutto per non commetterlo.
Evitare la cattiveria e le aggressioni nei miei atti, nelle mie parole o nei miei scritti.
Non usare trucchi e inganni per ottenere il successo.
Restare degno nella vittoria, come nella sconfitta.
Aiutare ognuno, con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione.
Soccorrere ogni sportivo ferito o la cui vita e' in pericolo.
Essere realmente un ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi qui affermati.
Con questo impegno, considero di essere un vero sportivo
IL SISTEMA PERCETTIVO
Il cervello è continuamente bersagliato da informazioni provenienti da particolari strutture anatomiche specializzate nella raccolta di varie forme di stimoli : i recettori. Il cervello viene così informato di eventi sopravvenuti all’interno e all’esterno del nostro corpo. Il sistema nervoso centrale ha però una capacità limitata di trattamento, per cui prende in esame queste informazioni solo in determinate occasioni. L’attenzione ha il compito di separare gli stimoli pertinenti all’azione da altri invece non necessari.
Quando una sensazione viene presa in considerazione, riconosciuta ed associata a precedenti esperienze, allora diventa una PERCEZIONE
Le percezioni sono :
esterocettive, quando provengono dall’ambiente, cioè dall’esterno del nostro corpo
propriocettive ed enterocettive quando provengono dall’interno del nostro corpo
le percezioni esterocettive che interessano il movimento sono vista, tatto ed udito
Le percezioni propriocettive sono le seguenti:
Cinestetiche che hanno i recettori posti nei muscoli (fusi neuromuscolari), nei tendini (organi tendinei del Golgi) e nelle articolazioni (corpuscoli di Pacini e organi di Ruffini) e segnalano la posizione ed i movimenti del corpo e degli arti,
Vestibolari che hanno i recettori nell’orecchio interno, (recettori vestibolari) e segnalano la posizione ed il movimento della testa
L’insieme di queste informazioni (cinestetiche e vestibolari) determinano il “senso del movimento” detto anche cinestesi (dal greco)
LA CAPACITÀ PROPRIOCETTIVA
Sapere in quale posizione ci si trova, sempre, anche ad occhi chiusi, migliora la nostra capacità di reagire ad eventuali stimoli esterni tendenti ad alterare la nostra posizione nello spazio. Ma come fa il nostro corpo a mantenersi in equilibrio
e a stare eretto? Come riesce a rispondere sempre nella maniera migliore alle continue sollecitazioni che riceve dal mondo esterno?
Grazie ad una complessa struttura anatomica, che si compone di centri e vie nervose e di strutture, come ad esempio i muscoli, che rispondono ai comandi che arrivano dal sistema nervoso c’è un continuo scambio di messaggi tra l’ambiente esterno e quello interno, quasi una centrale telefonica che smista le informazioni tra muscoli, tendini e sistema nervoso centrale. Questo particolare sistema dà vita a una sensibilità particolare, che si chiama propriocettività.
La capacità propriocettiva è una particolare sensibilità, grazie alla quale l’organismo ha la percezione di sé in rapporto al mondo esterno. Infatti, non sono solo la vista, l’udito o il tatto a informare come si posiziona
il corpo nella realtà, ma la sensibilità propriocettiva che permette di sentire il movimento di un braccio o di una gamba anche quando gli occhi sono chiusi e consente al corpo di muoversi al meglio. Dopo un trauma (distorsioni articolari, ad esempio) o si è in una condizione psicologica particolare, si può perdere tale sensibilità: la rete di comunicazione tra sistema nervoso centrale e muscoli va in tilt; le risposte non sono più adeguate. Esistono però esercizi
che riescono a ripristinare o a sviluppare la propriocettività, per regalare al corpo prestazioni sempre più efficienti.
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Le capacità coordinative migliorano in generale la qualità della vita: saper controllare il proprio corpo ed esserne coscienti significa essere più abili in operazioni che dobbiamo compiere quotidianamente (es. guidare l’automobile), essere più sicuri di sé stessi anche nelle azioni più semplici. Queste capacità rendono le persone più reattive e capaci di sapersi adattare ad ogni situazione. Le capacità coordinative generali si sviluppano in particolare tra i 6 e i 12 anni, periodo in cui possono essere maggiormente affinate e migliorate. Perchè migliorino però è necessario vivere molte esperienze motorie (= di movimento).
anticipazione
Anticipazione motoria
E' la capacità che ti permette di prepararti in anticipo a situazioni e azioni. Tale capacità si fonda sulle esperienze motorie precedenti e sulla loro memorizzazione. E' importante in tutti gli sport di situazione
orientamento spazio-temporale
Orientamento spazio-temporale
E’ la capacità di organizzare il movimento nello spazio e nel tempo in cui agisci
Significa avere la percezione delle distanze degli oggetti e della posizione del proprio corpo rispetto all’ambiente circostante: ci aiuta a muoverci e di operare in un ambiente senza guardarlo. Es. in casa mia posso camminare al buio, o nel calcio quando devi orientarti nell’esecuzione di una rovesciata con spalle alla rete.
reazione motoria
Reazione motoria
E’ la capacità di reagire ad un segnale, che può essere acustico, visivo o tattile, in breve tempo ed in maniera appropriata. Se conosci il segnale a cui devi reagire la reazione è detta semplice, (ad es. la partenza al via della starter) se invece sai di dover reagire ad un segnale, ma non sai né quando sarà dato né quando sarà la reazione è detta complessa ( ad es. negli sport di situazione o in automobile frenare prontamente in caso di pericolo) .
Ritmizzazione
Ritmizzazione
E’ la capacità di organizzazione del ritmo, ti aiuta ad automatizzare i gesti . Puoi adattarti ad un ritmo proveniente dall’esterno, come un brano musicale nella danza o riprodurne uno tuo che hai interiorizzato come ad es.nella corsa ad ostacoli
Differenziazione
Differenziazione
E’ la capacità di distinguere e selezionare le percezioni che ti permettono di dosare in maniera ottimale l’impegno muscolare per realizzare l’azione desiderata
Significa dosare la forza con cui effettuare il movimento: Es. tirare la palla nel canestro da una certa distanza, afferrare una bottiglia (se so che è piena ci metto più forza) ecc… la differenziazione dipende dal numero delle unità motorie reclutate.
Equilibrio
Equilibrio
E’ la capacità che utilizzi per mantenere o ripristinare una posizione stabile del corpo, sia fermo che in movimento. Si tratta equilibrio statico, quando mantieni una posizione; dinamico, quando sei in movimento: varia col variare della posizione delle parti del corpo; di volo, quando il tuo corpo non appoggia né a terra, né ad un attrezzo
Es. andare in bicicletta, camminare su una trave, stare fermi in punta di piedi…
Coordinazione oculo-segmentaria
interessa i movimenti delle varie parti del corpo in relazione alla vista; per es. delle braccia e delle gambe in azioni come lanciare, prendere, afferrare e colpire un bersaglio
Accoppiamento e combinazione dei movimenti
questa capacità ti permette di realizzare un movimento in cui è necessario coordinare contemporaneamente o in successione movimenti di singole parti del corpo o di combinare singole azioni
Es. quando si guida l’auto bisogna girare il volante e contemporaneamente cambiare marcia o schiacciare l’accelleratore.
ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE
ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE
ti permette di modificare lo schema del movimento trasformandolo in base alla situazione ( ad es. saper intervenire su un pallone che viene deviato).
CONTROLLO MOTORIO
CONTROLLO MOTORIO
ti dà la possibilità di regolare con precisione il tuo movimento padroneggiandolo in relazione alla situazione
APPRENDIMENTO MOTORIO
APPRENDIMENTO MOTORIO
consente di acquisire nuovi gesti e realizzare nuove azioni che prima non riuscivamo a compiere
LA RAPIDITA’
La velocità è la capacità motoria che ti permette di effettuare uno o più movimenti nel minor tempo possibile. Dipende dall'efficienza del sistema nervoso centrale che deve essere in grado di inviare rapidamente gli impulsi alle fibre muscolari e dal sistema muscolare (utilizzo di maggior numero di fibre bianche e alternanza di contrazione e decontrazione).
LA RESISTENZA
E la capacità dell’organismo umano di svolgere un’attività fisica in modo efficace per lungo tempo, sopportando l’affaticamento. Per svolgere un’attività fisica prolungata abbiamo bisogno di energia; la resistenza infatti dipende dalla capacità che ha il fisico di ricostituire di continuo le molecole che forniscono energia ai muscoli. La resistenza è condizionata dall’efficienza dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio. E’ determinante il rendimento del cuore, il cui graduale allenamento alla resistenza produce un ampliamento delle cavità per accogliere più sangue ed un inspessimento delle pareti per mandarlo in circolo con una spinta adeguata.
LA FORZA
La forza è quella capacità che ci permette di vincere una resistenza esterna o di opporsi ad essa attraverso la contrazione muscolare.
La forza dipende dalla dimensione del muscolo (più è grosso il muscolo, maggiore è la forza che riesce a sviluppare) e dalla sua elasticità oltre che dall'efficienza del sistema nervoso centrale che deve avere la capacità di attivare un maggior numero di fibre muscolari .
LA MOBILITA’ ARTICOLARE
La mobilità articolare è la capacità di portare i movimenti delle articolazioni al massimo grado di escursione. Dipende dalla estensibilità dei tendini e dei legamenti e dei muscoli. La mobilità articolare è detta anche flessibilità.