LE ODI: 
SIMPOSIO E AMORE

LE ODI:
SIMPOSIO E AMORE

non cogliere la rosa tardiva;

odi l,38

ORAZIO

forma metrica

strofe saffiriche

E' una poesia con tono colloquiale,
infatti rivolgendosi al ragazzo utilizza termini del linguaggio quotidiano

simposio

che cos'è

è un consesso di amici esclusivamente maschi e di buona famiglia che si ritrovano per godere dei piaceri della tavola ma anche per parlare d'amore e di politica;

questi banchetti sono anche l'occasione per recitare per la prima volta delle poesie.

Immagine: Il simposio

Scena di banchetto, III secolo d.C.

latino

Persicos odi, puer, adparatus,
displicent nexae philyra coronae,
mitte sectari, rosa quo locorum
sera moretur.
Simplici myrto nihil adlabores
sedulus curo: neque te ministrum
dedecet myrtus neque me sub arta
vite bibentem.

traduzione italiana

Fanciullo, odio gli sfarzi persiani, non mi piacciono le corone intrecciate con il tiglio**, smetti di cercare il luogo dove indugia la rosa tardiva. Mi interessa che tu, operoso, non aggiunga nulla al semplice mirto: infatti il mirto si addice a te, servo, e a me che bevo sotto uno stretto pergolato.

componimento:

simposiale

ode conclusiva del libro I

si ispira ad un ideale di

semplicità;

modestia;

da adottare sia nella poesia che nella vita

la semplicità a cui aspira Orazio non è solo uno stile di vita ma anche una scelta artistica che richiede per la propria produzione poetica uno stile semplice, lineare.

Theme

Orazio si rivolge alla schiava chiedendogli si preparargli un simposio semplice e gli raccomanda di evitare ogni lusso, anche quello modesto di ornare un ghirlande di fili di tiglio e rose;

è sufficiente il semplice mirto, pianta cara alla dea dell'amore, Venere, e a chi si addice perfettamente a colui che canta l'amore, il poeta.