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によって caterina la cava 9年前.

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La "pelle"dell'edificio

I progetti architettonici descritti mostrano un'innovativa fusione di struttura e design che sfida i principi tradizionali. Tra questi, il progetto di Sacripanti per il grattacielo Peugeaut a Buenos Aires emerge per la sua combinazione di griglie decostruttive e piante asimmetriche, unendo il visionario Pop al concettuale.

La

FIUME NERVION

Sito ufficiale studio

LA PELLE DELL'EDIFICIO

Ramo principale

Herzog & de Meuron azienda vinicola Dominus, Yountville,California,1997 Rettangolo che si estende per circa 135 metri, privo di inflessioni ha l’aspetto di un monolito massiccio, ricordando da lontano una tipica costruzione rurale. La composizione delle pareti è fatta da gabbie di rete di acciaio sostenute da una struttura pure in acciaio. Adottando un sistema di contenimento studiato per le trincee stradali, creando una sezione astratta della geologia locale.

WORK IN PROGRESS ARCHIVIO - RAGAZZI

Steven Holl Padiglione di Amsterdam,1996-2000 Diafana pellicola, colorata calibratura della luce come Le Corbusier, proporzioni invisibili e colore visibile. Strato composto da molte pelli, angoli morbidi non netti. Strati di materiale poroso:rame verde all’esterno, compensato forato(fori di diametro diverso)

La pelle è sia l'epidermide che il tessuto connettivo[...]

La"pelle" è sia l'epidermide che il tessuto connettivo, permette all'organismo di autoregolarsi e di gestire il rapporto con l'esterno; come una pellicola sensibile in continua trasformazione porta i segni del corpo, gli odori, i colori, gli umori, il tempo.


Nell’ architettura la pelle, l’epidermide corrisponde all’ involucro dell’edificio, legato in maniera viscerale alla tecnologia ed a suoi complessi processi costruttivi; tecnologia che cambia l’itinerario del processo compositivo nel suo insieme e con esso i materiali, il loro impiego e conseguentemente la concettualità dei loro tradizionali significati.L’involucro non corrisponde più necessariamente alla muratura perimetrale portante, come tradizionalmente eravamo abituati a vedere, la facciata sì ritmicamente con elementi strutturali a volte arbitrari, sviluppando così una seconda facciata sovrapposta, concependo l’edificio come muro verso l’esterno o come punto focale di una prospettiva per poter dialogare con una piazza con una strada; composizione diretta alla costruzione di una scenografia urbana.

Le Corbusier ci permette, con la struttura puntiforme, di separare anche concettualmente, l’ossatura portante e i contenuti spaziali  dell’edificio dalla pellicola che lo isola  dall’esterno.Sarà importantissimo per il razionalismo italiano che sperimenterà negli anni cinquanta e sessanta l’uso del telaio come elemento simbolico, gabbia/tridimensionale che diventa facciata trasparente, o come fa Moretti nella casa Girasole a Roma, dove il telaio è arretrato e il tamponamento è puro diaframma tra interno ed esterno, arrivando così all’architettura contemporanea  la quale considera l’involucro come elemento/mutante, sensibile, Pelle, che esibisce il proprio contenuto tecnologico e umano attraverso l’utilizzazione di materiali trasparenti e traslucidi, i quali vivono in rapporto di reciproca collaborazione. L’involucro smette di esplicitare la propria consistenza tettonica affidandosi alle caratteristiche materiche e alla stratificazione della superficie. All’essenzialità dello spazio interno, corrisponde una ricercatezza di effetto esterno, così i volumi contenitori giocano sulla loro pelle la capacità di comunicare[...].



Da - pubbl. in Questioni di progettazione, saggi critici di C.La Cava nell'ambito dell'esperienza del Laboratorio di Progettazione architettonica e urbana 1 del Corso di Laurea in Tecniche dell'Architettura e della Costruzione (T.A.C.) a cura di R. Panella
Gangemi Editore, collana Print - Didattica, Roma 2004